[:it]La XVII legislatura della Repubblica Italiana è alla fine ed è tempo di valutare se i rappresentanti politici italiani abbiano prodotto qualcosa di utile per lo sviluppo e la corretta regolamentazione di Internet in Italia.
L’iniziativa più evidente è stata l’istituzione, presso la Camera dei Deputati, della Commissione per i diritti e i doveri relativi ad Internet, composta da Deputati della Repubblica e da un certo numero di esperti. La commissione ha concluso i suoi lavori con la redazione di una Dichiarazione dei Diritti in Internet, datata 28 luglio 2015.
Lo status legale, ovvero costituzionale, della stessa Commissione -da non confondere con una commissione parlamentare in senso proprio- sembra dubbio e fondamentalmente ambiguo. Nel suo funzionamento e nei suoi esiti la Commissione ha agito secondo modalità semmai più adatte a quelle di una libera associazione di cittadini che esprimono le proprie convinzioni circa un ambito problematico di interesse pubblico (politico) generale. La costituzione della Commissione nell’ambito istituzionale della Camera dei Deputati confonde ruoli e piani di intervento tra iniziative a carattere civico e quelle proprie del massimo organo legislativo della Repubblica. In particolare la confusione è evidente nelle status della Dichiarazione finale la quale -pur avendone l’apparenza- non ha nessuna rilevanza legale, non è da considerare un testo normativo di alcun genere, e non rientra nelle fonti normative dell’ordinamento della Repubblica italiana.
Complessivamente, si è trattato di un esercizio retorico, qualificando con retorico un agire che volutamente manifesta una apparenza che nasconde e confonde la realtà delle circostanze, in questo caso l’apparenza di una commissione in ambito e quindi apparentemente con ruolo legislativo, ma in realtà assente di qualsiasi intento, ruolo o effetto legislativo.
E comunque interessante la raccolta dei parere degli auditi, che in qualche modo indica il livello delle preoccupazioni e delle competenze degli addetti ai lavori su Internet in Italia.